di
Mario Gaudio
Shoku Sindk (Il compagno sindaco) nasce, nell’intento dello
scrittore Damiano Guagliardi, come libro-intervista sulla figura di Damiano
Bua, classe 1930, sindaco di San Cosmo Albanese (Strigari) dal 1971 al 1988 ed
esponente di spicco della vita politica e delle lotte sociali del piccolo borgo
arbëresh nel secondo dopoguerra.
Tuttavia, come accade spesso nell’alchemico fluire della
parola letteraria, l’opera trascende l’idea originaria dell’autore per imboccare
nuove strade interpretative, le quali si trasmutano in piacevole sorpresa per
il lettore e diventano – al contempo − croce e delizia per il critico.
In virtù di questo processo, l’apparentemente semplice testo
redatto da Guagliardi oltrepassa il livello dell’amabile conversazione
assumendo, di volta in volta, le sembianze del volume storico, del saggio
sociologico e del pamphlet politico.
La natura camaleontica del libro non comporta comunque alcun
appesantimento della lettura: ne sortisce piuttosto un effetto contrario che
meglio focalizza la figura di questo sindaco-contadino ed evidenzia
l’incisività delle sue scelte amministrative.
Al centro della narrazione c’è il piccolo abitato arbëresh
di San Cosmo Albanese, località a vocazione agraria, ma priva di sviluppo per
diversi decenni a causa della piaga del latifondo.
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Shoku Sindk di Damiano Guagliardi |
In un simile contesto di estrema difficoltà economica, si
inserisce l’operato di Damiano Bua, la cui tempra umana e politica si forma,
con costanza e sana testardaggine, in mezzo alle asperità di vita presenti in
queste contrade.
Sebbene abbia frequentato soltanto le scuole elementari – a
causa della guerra che l’Italia si ritrovò a combattere in seguito alle
scellerate ambizioni mussoliniane –, Bua ha approfondito da autodidatta i suoi
semplici studi e, spinto da inappagabile curiosità, ha costruito la propria
formazione leggendo con bramosia i romanzi dell’epoca mentre ritornava, a dorso
d’asino, dai campi e dalle estenuanti giornate di lavoro agricolo, esempio
edificante – senza intento polemico – per numerosi studenti ipertecnologizzati
dei nostri giorni, incapaci di godere appieno degli enormi benefici
dell’istruzione scolastica.
Questa tenacia caratteriale è stata poi incanalata
nell’attività politica e sindacale attraverso l’impegno presso la Camera del
Lavoro e l’appassionata militanza nel Pci.
Le pagine di Shoku Sindk mostrano con chiarezza una forma di
politica ormai scomparsa, ignara dei sondaggi e lontana dai grafici e dalle
statistiche, ma vicina ai bisogni concreti della gente e di una comunità che, a
conti fatti, ha usufruito delle brillanti intuizioni di Damiano Bua. A tal
proposito, basta citare, a mo’ di esempio, quel compromesso storico ante
litteram – ricordiamo, per inciso, che tale processo politico si verificò, a
livello nazionale, solo a partire dagli anni Settanta – che riunì, in occasione
delle elezioni municipali del 1962, i comunisti e i democristiani più
progressisti di San Cosmo Albanese sotto il comune simbolo civico del Campanile.
Il libro-intervista di Guagliardi diventa occasione per
presentare una galleria di personaggi che, con le loro microstorie, hanno
contribuito a lasciare una traccia nella macrostoria meridionale. Compaiono,
nello scritto dell’autore e nelle parole dell’intervistato, figure come quelle
del poeta Zef Serembe, del politico Terenzio Tocci, del cantautore Cosmo Rocco
e della pasionaria Adelina Visciglia che, negli anni Sessanta, capeggiò la
protesta delle raccoglitrici di olive al fine di ottenere una remunerazione più
equa dai proprietari terrieri.
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Damiano Bua, sindaco di San Cosmo Albanese dal 1971 al 1988 |
Un velo di tristezza affiora dalla lettura della vicenda di Cosmo Azzinari che, eletto sindaco durante la tornata elettorale del
1962, subito dopo aver prestato giuramento presso la Prefettura di Cosenza,
trovò la morte in un tragico incidente automobilistico sulla strada di
Apollinara.
Non mancano i resoconti delle esperienze culturali,
politiche e umanitarie che videro impegnato Damiano Bua in Albania e un’ampia
parentesi in cui sfilano gli illustri personaggi da lui ospitati a San Cosmo
Albanese nel corso degli anni.
Una nota a parte, carica di tenerezza, merita l’inseparabile
moglie di Bua, Maria Giuseppa Elmo (Marxhuzepa), recentemente scomparsa, che,
stando alla narrazione, ha rappresentato per l’anziano sindaco-contadino il
fidato e discreto sostegno nelle più disparate occasioni.
In ultima analisi, Shoku Sindk sintetizza accuratamente la
vita di un uomo politico incardinato profondamente nella realtà di un piccolo
centro arbëresh che diviene, con le sue problematiche, l’emblema stesso di una
regione bella e sventurata come quella calabrese.
Al suo autore, Damiano Guagliardi, va il merito di aver
raccontato una storia d’altri tempi con punte di marcato realismo pasoliniano e
un linguaggio gradevole alla lettura e significativo nelle immagini.
Spezzano Albanese (Spixana), 17/IX/2019
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